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© foto di Francesco De Cicco/TuttoLegaPro.com
"Tutto deve cambiare, perchè tutto rimanga com'è". La celebre frase,
presa in prestito dallo scrittore Tomasi di Lampedusa che ne fece lo
slogan del suo capolavoro letterario Il Gattopardo, riassume
sinotticamente il pensiero del dirigente calcistico Giuseppe Padula
- l'anno scorso al Legnano dove fu un degli artefici della stagione
straordinaria dei lilla che arrivarono ad un passo dalla promozione in
Prima Divisione nonostante le gravi vicessitudini economiche che
portarono poi al fallimento della società lombarda - sui perchè anche
quest'anno molte formazioni si trovino ad un passo dallo scomparire.
Quest'anno poi l'esperienza al Como, interrotta in anticipo a causa di
problemi familiari. TuttoLegaPro.com ha intervistato in esclusiva,
telefonicamente, Padula per scoprire meglio, da un dirigente che ha
vissuto in prima persona queste vicende, i motivi che puntualmente ogni
anno portano sul baratro e al fallimento dozzine di società della Lega
Pro.
Lei purtroppo, essendoci passato a Legnano, conosce bene la
difficoltà che anche quest'anno attanagliano moltissime squadre di Lega
Pro: come mai ogni anno la terza serie vede scomparire numerosi club?
Chi sono i responsabili di questi crac?
"I primi colpevoli di questi fallimenti sono i presidenti, molti
dei quali si improvvisano in questo ruolo senza nè arte nè parte e
soprattutto senza disporre di capitali economici per poter allestire
squadre competive e pur di continuare il loro "giochino" portano molte
società gloriose sul lastrico. I presidenti poi sono colpevoli nell'aver
trasformato il calcio nella succursale della politica; infatti anche
nel mondo del pallone cambiano le denominazioni, variano le regole, ma
nelle stanze dei bottoni ormai da sedici anni ci sono sempre le stesse
facce, ovvero quei personaggi che stanno affondando il mondo del calcio
portandolo alla distruzione. Qualcuno mi dovrebbe spiegare come mai la
Lega Pro è l'unica serie professionistica senza sponsor e in cui il
merchandising è ridotto praticamente a zero. Ci vorrebbero idee
innovative e radicali con l'introduzione dei numeri di maglia che
portrebbero i tifosi ad acquistare la divisa ufficiale della propria
squadra, però con certa classe dirigente sarà impossibile uscire da
questo sfacelo, anzi prevedo per quest'estate l'ennesimo bagno di sangue
con decine di società che spariranno. Inoltre è inutile lamentarsi per
la mutualità visto che chi dovrebbe difendere gli interessi delle
compagini di terza serie è anche vice-presidente federale: le due
cariche cozzano fra di loro, lì in Federazione bisognerebbe battagliare
per tutelare gli interessi della Lega Pro, non sui giornali".
Per evitare questi tracolli societari a Firenze è allo studio una riforma dei campionati, che ne pensa?
"Questa è l'ennesima barzelletta: l'anno scorso si era detto stop
ai ripescaggi al fine di snellire l'organico di squadre partecipanti
alla Lega Pro. Una decisione puntualmente smentita nel giro di pochi
mesi. Oltretutto le fidejussion per il ripescaggio sono state anche
aumentate, questo episodio la dice lunga sulla coerenza della nostra
classe dirigente".
Come si può uscire da questo buco nero finanziario nel quale sta precipitando il movimento della Lega Pro?
"La ricetta è semplice: i presidenti tornino a fare i presidenti e
si circondino di persone che conoscono questo sport e l'ambiente del
calcio. Bisogna finirla con personaggi improvvisati che cercano i
calciatori sugli album delle figurine senza conoscerli minimamente.
Serve professionalità, come dice l'avvocato Di Cintio, a partire dagli
stessi presidenti che se non sono in grado di adempiere alle proprie
responsabilità economiche è meglio che si facciano da parte. Le racconto
una cosa per farle capire a che livello è precipitato il calcio
italiano...".
Dica...
"Nel calcio di oggi se non hai uno sponsor importante rimani a
casa. Ci sono moltissimi direttori sportivi validi a spasso, perchè
molti faccendieri-presidenti preferiscono optare per diesse meno
competenti, ma che portano sponsor e cash. Addirittura negli ultimi mesi
sto notando come molte società stiano anche tagliando la figura del
direttore sportivo per risparmiare. Queste situazioni sono assurde così
come quelle di molti genitori che "sostengono" e "spingono", a partire
dai settori giovanili, le carriere dei propri figli. Non bisogna
meravigliarsi se poi il calcio italiano non sforna più talenti e si è
nettamente impoverito rispetto allo scorso decennio".
A tal proposito l'introduzione delle regole giovani come la valuta?
"Le regole sui giovani per ottenere i contributi sono assolutamente
disastrose, perchè mettono in evidenza giocatori under, molti dei quali
se non facessero guadagnare soldi alle società non verrebbero neanche
presi in considerazione. Mentre giocatori di spessore, ad appena 24
anni, sono costretti a ripartire dai dilettanti o addirittura
dall'eccellenza pur di trovare un contratto. Per non parlare di gente
come Monticciolo che l'anno precedente era stato il miglior
centrocampista della Seconda Divisione ed è stato costretto a smettere,
perchè ritenuto troppo vecchio. Ma l'esperienza non è più una qualità?".
Molti suoi ex giocatori del Legnano si sono trovati proprio in questa situazione...
"Mi stavo proprio riferendo ai miei ex giocatori: ho trovato
incredibile che la scorsa estate molti di loro abbiamo trovato squadra
soltamente l'ultimo giorno di mercato, ma è ancor più scandaloso il
fatto che gente come Cilona, Furlan, Pontarollo e Leto Colombo sia
rimasta a spasso. Per non parlare di Silva che è stato costretto a
scendere addirittura in eccellenza, mentre i giovani che da noi facevano
panchina hanno trovato tutti squadra immediatamente anche se poi sono
scesi in campo con il contagocce e solamente per far guadagnare i
contributi. Finchè saranno in età una società la troveranno sempre con
queste regole, però fra qualche anno poi saranno costretti ad
eclissarsi: le chiedo è questo il modo di fare calcio?".
Non tocca a me giudicare, però ci saranno anche modelli virtuosi in questo mondo calcistico?
"Certamente ce ne sono diversi, ma purtroppo rappresentano
l'eccezione invece che la regola. Penso al Feralpi Salò, al Renate, al
Pavia, al Monza, allo Spezia e al Lecco che ha un presidente
appassionato e competente come Invernizzi. Tuttavia i blucelesti
rappresentano anche lo specchio del calcio attuale dato che hanno speso
il triplo del Renate che grazie un diesse abile e competente come Abate
farà i Playoff, mentre il Lecco è già in vacanza. Poi ci sono casi come
quello dello Spezia che invece avrebbe meritato l'approdo ai Playoff,
eppure è rimasto escluso poichè chi governa il calcio dà credito a
squadre come la Salernitana o la Pro Patria in Seconda Divisione che
sono praticamente fallite e stanno falsando il campionato. Se dall'anno
prossimo vogliamo avere un campionato più regolare la prima cosa da fare
sarà quella di rivedere il metodo dell penalizzazioni che quest'anno
non sono state affatto afflittive".
In chiusura una battuta sul suo futuro: quando la rivedremo all'opera?
"Sono stato contattato da un paio di società di Lega Pro e il mio
desiderio è quello di rimettermi in gioco quanto prima, sperando che nel
frattempo ai vertici del sistema qualcosa cambi. Altrimenti saremo alle
solite in cui cambiano le denominazioni, cambiano le regole, ma le
facce che ci comandano sono sempre le stesse e i risultati direttamente
proporzionali: fallimentari".
fonte: tuttolegapro.com