
Rispetto a un anno fa la storia non è cambiata: nevicata di
penalizzazioni sulla Lega Pro, rischio di fallimento dietro l’angolo per
tante società, riforma dei campionati al centro di dibattiti
avvelenati. Non è mutata di una virgola nemmeno la posizione di Mario
Macalli che, con la solita indole vulcanica, tuona: “Il ripescaggio?
Scordatevelo”. Un messaggio per niente velato dal capo dell’ex serie C
rivolto a chi, per risalire tra i professionisti, confida nella crisi
del mondo professionistico.
CAOS IN LEGA PRO. La situazione in Prima e Seconda Divisione è
drammatica, forse peggiore rispetto alla scorsa stagione. Dalla
Disciplinare è arrivata un’altra raffica di penalizzazioni dovute al
mancato pagamento di stipendi, contributi e tasse che hanno riscritto
per l’ennesima volta le classifiche. Il totale delle penalizzazioni
inflitte in terza e quarta serie ammonta ora a 84 punti (inclusi quelli
causati dal calcioscommesse). Molte delle 77 società di Lega Pro
tremano.
FORMAT A 60 SQUADRE. Le pessime notizie che continuano a filtrare dalla
Covisoc lasciano pensare che la prossima sarà un’altra estate di
lacrime e sangue per il professionismo. Di qui un nuovo e forte impulso a
ristrutturare i campionati, come auspica il direttore generale della
Lega Pro, Francesco Ghirelli, che nell’intervista comparsa su un
quotidiano nazionale ha ammesso: “L’obiettivo è arrivare a tre gironi di
Prima Divisione da venti squadre ciascuno. La crisi non consente più
agli imprenditori che possiedono aziende di investire parte degli utili
nel calcio. Per fortuna, la lungimiranza di Macalli ha consentito di
anticipare i tempi e la riforma è partita già da questo campionato con
il taglio di un girone di Seconda Divisione”.
NO AI RIPESCAGGI. Dunque, l’obiettivo è arrivare ad un format di 60
squadre in Lega Pro già dalla prossima stagione. Significa che ne
dovranno saltare 17. E se dovessero arrendersi più società? Ci sarebbero
possibilità di ripescaggio? Da Macalli arriva il consueto “no”, ancor
più categorico di quello dell’estate scorsa, quando effettivamente non
si è proceduto nemmeno ad una promozione a tavolino. “Noi siamo per il
rifiuto assoluto – esclama al telefono il vicepresidente federale -. Non
ci sarà nemmeno un ripescaggio, neppure se non dovessimo raggiungere la
soglia delle 60 iscrizioni. Da tempo mi batto per un blocco totale. I
presidenti devono imparare a vincere sul campo, senza cercare
scorciatoie”. Insomma, Macalli spegne sul nascere le speranze di chi
punta sulla solidità strutturale, il bacino d’utenza e la storia per
ritagliarsi in anticipo un posto tra i pro’. “Il blasone non c’entra
nulla, qui contano i soldi”. Macalli ribadisce: “Chi non è in grado di
pagare vada a casa! Non vogliamo più gente che racconta frottole. Se
certe società non hanno due euro per pagare i contributi perché si
ostinano a fare calcio? Noi vogliamo un campionato regolare, fatto di
presidenti virtuosi. Per questo perseguiamo un format più snello, nel
quale chi non ha i soldi resta fuori. Siamo stanchi di vedere la nostra
immagine infangata da chi non paga. Non rincorriamo nessuno e a giugno
tutti i nodi verranno al pettine: se avremo 77 squadre come oggi in
grado di iscriversi, bene. Ma ci vorrebbe un miracolo a cui non credo”.
Il patron della Lega Pro chiude con una garanzia minacciosa: “Una cosa è
sicura: i ripescaggi non ci saranno”.
Fonte: corriere adriatico - stefano rispoli