3 novembre 2008
Le idee di Macalli per la riforma del calcio italiano. Maglie con il logo della Lega Pro dall'8 novembre
fonte: vascellocr.it
Le idee di Macalli per la riforma del calcio italiano
Il
presidente della Lega Pro Mario Macalli è intervenuto, nei giorni
scorsi, a una " convention " organizzata a Siena dalla Umbro, marchio
sportivo noto in tutto il mondo, che all'inizio del campionato ha
raggiunto un accordo con la Lega Pro per la fornitura di palloni alle
90 società di prima e seconda divisione. Macalli, parlando delle
difficoltà economiche del calcio italiano, ha espresso un suo parere
personale su una riforma che dovrebbe, gradatamente, ridurre l'area
professionistica, con una serie A a 18 squadre, una B con due gironi a
18 e una Lega Pro con tre gironi di 18 squadre ciascuna. Praticamente
108 società contro le attuali 132. Macalli ha anche detto " E' un
grande onore far giocare il nostro campionato con lo stesso pallone con
cui si disputa la finale della Coppa d'Inghilterra. Tra pochi giorni le
società riceveranno anche i palloni di colore giallo da usare nelle
giornate di scarsa visibiltà ".
Maglie con il logo della Lega Pro dall'8 novembre
Riportiamo,
riassumendo, il comunicato ufficiale n. 98/L del 30 Ottobre 2008 della
Lega Pro che stabilisce una novità per quanto riguarda le maglie da
gioco. Queste, a partire dal giorno 8 Novembre 2008, dovranno portare
un patch con il logo ufficiale della Lega Pro. Il patch, ovvero un
adesivo di stoffa, dovrà essere applicato, a caldo, sulla manica destra
a circa 6 centimetri dalla attaccatura della spalla. Ogni società
riceverà un quantitativo di 100 patch e in caso di ulteriori necessità
la Lega provvederà a una fornitura integrativa. I collezionisti di
maglie, sempre attenti a ogni particolare, sono...avvisati.
Il punto sulla decima giornata di 1ª Divisione
I pareggi congelano il vertice , ma la Spal fa un bel salto avanti
(alexandro everet)
- La giornata di campionato stavolta non ha mutato di molto la
fisionomia della classifica. Tutte le partite sono infatti terminate in
parità, fatta eccezione per le vittorie della Spal sul Padova, del
Legnano sul Venezia e del Lecco a Crema. Cominciamo da Ferrara. La
gara è stata risolta da una bella rete di Cazzamalli, il Padova ha
invece sprecato l'opportunità del pareggio proprio nel recupero con
Gasparello. Sicuramente superiore la Spal sul piano della grinta e
della personalità in una gara peraltro equilibrata sul piano delle
occasioni.
A Legnano la partita è soporifera nel primo tempo ma nella ripresa si
anima subito col gol di Nizzetto per i lilla. Semenzato pareggia con un
gran gol per il Venezia ma poi è assedio del Legnano, risolto con un
gol al 94' di Virdis. Un risultato che getta in piena crisi i veneti e
fa respirare Lombardo e i suoi uomini.
Il Lecco di Cadregari invece espugna Crema al termine di una partita
ricca di emozioni. In vantaggio il Lecco nel primo tempo con Corti,
pareggio di Andreini e gol decisivo nella ripresa di D'Ambrosio. Da
segnalare nel Pergocrema gli infortuni di Righi e Ragnoli. I cremaschi
hanno sfoggiato una prova incolore e non hanno ancora vinto in casa, il
Lecco invece dopo aver perso alla prima di campionato a Busto Arsizio
non ha più inciampato e si candida quale possibile sorpresa del
campionato.
Tra i pareggi spicca sicuramente quello di Cesena-Novara, partita
vietata alla tifoseria ospite (i tifosi di casa sono entrati in ritardo
per solidarietà con gli ospiti)..
Bella
partita con molti colpi di scena. Inizia bene il Novara ma alla
mezz'ora è Motta a portare in vantaggio il Cesena. Al 40' però il
portiere Ravaglia stende Rubino in area, rigore ed espulsione. Gallo
dal dischetto fa centro. Nella ripresa il Novara preme ma il Cesena
coraggiosamente tiene in campo tre punte e risponde colpo su colpo. A
metà ripresa poi viene espulso Matteassi nel Novara e la gara si fa più
equilibrata fino all'1-1 finale. Soffre la capolista Pro Patria,
sempre in crisi. E' infatti la Pro Sesto a portarsi in vantaggio allo
"Speroni" con Campi e solo nel finale arriva il pareggio di Musciaro.
Pareggio anche nel derby Reggiana-Ravenna: granata in vantaggio con una
punizione di Scantamburlo, pareggio giallorosso con Zizzari. Per il
Ravenna è la partita numero 27 con almeno un gol subito.
Delude il Verona di Remondina che non va oltre lo 0-0 sul campo del fanalino di coda PortogruaroSummaga.
Infine la Sambenedettese, prossima avversaria dei grigiorossi, non è
andata oltre lo 0-0 col Monza in una partita in cui i marchigiani di
Piccioni hanno comunque centrato due traverse. Per il Monza grande
occasione fallita da Iacopino che poi si è fatto espellere.
Simoni in tribunale con accompagnamento coattivo (fallimento dell'Ancona)
Un
episodio insolito ha coinvolto l'ex mister grigiorosso Gigi Simoni. Il
tecnico deve comparire in tribunale come testimone della difesa in un
processo relativo al fallimento dell'Ancona. Simoni però la settimana
scorsa ha presentato regolare certificato medico non presentandosi
davanti al giudice. Quest'ultimo però non deve avergli creduto e ha
disposto il suo accompagnamento coattivo (cioè scortato dalla forza
pubblica) alla prossima udienza, che si terrà in dicembre, e lo ha
multato di 500 Euro.
La rovina del calcio
Gli hooligans da noi: ormai è allarme rosso, spezzare la spirale di odio e di aggressioni, serve una fermezza senza precedenti!
Non
c'è più limite. Ecco tracciata la strada sulla quale è incamminato il
tifo calcistico violento nostrano che si nasconde sotto mentite
bandiere di passione per la propria squadra. Il calcio non c'entra
nulla. Siamo solo alla barbarie, alla ignoranza, alla viltà, alla omertà.
Lunedì
della scorsa settimana - accompagnata da milla reticenze iniziali anche
ufficiali - l'aggressione del tifoso della Cremonese ad opera di coloro
che si qualificano come sostenitori della squadra grigiorossa. Stefano
Mansi, il nome del tifoso che ha subito quel lunedì il vero e proprio
linciaggio, aveva una colpa. Aveva in mano una sciarpa gialloblu, i
colori del Pergocrema. Nonostante la dettagliata cronaca de Il
Vascello, nonostante la denuncia alfine fatta da Stefano Mansi (che a
quanto pare è a rischio di caduta della retina per i colpi subiti
all'occhio durante il pestaggio - tutto è da leggere cliccando qui ), silenzio assoluto sul fatto nei siti degli ultras grigiorossi. Si deve tacere sui misfatti.
Il medesimo patto inviolabile dei riti satanici.
Adesso
è un giubbotto che fa sprizzare il sangue dagli occhi di questi ragazzi
senza cervello e con nessun valore. Così poveri da trovare nella
violenza uno scopo della vita. O si interrompe senza remissione la
spirale d'odio subito e con la dovuta fermezza, senza equivoci da tutte
le parti in causa, o avremo presto il morto. Noi il segnale lo abbiamo
lanciato dalla scorsa settimana. Speriamo che almeno adesso qualcuno lo
raccolga.
Ecco il fatto. Il "nemico" pestato è solo un ragazzo di San Pietro in Cerro, Cristian Gobbi, 32 anni titolare di un bar a Caorso
e nessuna particolare passione calcistica per il Piacenza. Seduto sugli
sgabelli di un bar di Piazza della Pace, rideva e trascorreva la
domenica sera con la fidanzata. All’improvviso è stato accerchiato.
Erano quattro, forse cinque, ragazzi. Degli sconosciuti che hanno
iniziato ad insultarlo. Frastornato dalla musica e da quelle grida, non
ha capito perchè quei tipi ce l’avessero tanto con lui. Poi è intuito:
a dare tanto fastidio, a scaternare la violenza era il suo giubbino,
uno smanicato nero come tanti altri, ma con il logo del “Piacenza
Calcio”. Un vero affronto per un gruppo di ultras cremonesi, che non
hanno accettato di vedere girare per il centro di Cremona un presunto
nemico.
Cristian Gobbi ha fatto
presente che aveva acquistato il giubotto perché gli piaceva, senza
badare allo stemma. Non lo hanno neppure ascoltato. Lo hanno preso per
il bavero.Il 32enne piacentino ha cercato di fuggire in via Ala Ponzone
dove però è stato raggiunto dai teppisti, di nuovo accerchiato,
bloccato e pestato a sangue a mani nude. Quando poco dopo gli agenti
della Volante sono arrivati sul posto, lo hanno ritrovato da solo,
steso a terra dolorante, con il viso ridotto una maschera di sangue.
AGGRESSORI INCASTRATI.
Il 32enne è stato soccorso da un’ambulanza del 118, portato
all’ospedale dove è stato subito sottoposto ad una Tac e trattenuto per
tutta la notte in osservazione: gli sono stati riscontrati una frattura
allo zigomo, un trauma cranico oltre a escoriazioni e ecchimosi varie.
La prognosi è di 25 giorni, abbastanza per fare scattare d’ufficio
l’incriminazione per lesioni. Le indagini della polizia sono state
immediate. Raccolte sul posto alcune testimonianze e sentito lo stesso
giovane che ha fornito “il movente” dell’aggressione, gli investigatori
della Digos si sono messi al lavoro e sono riusciti a identificare nel
giro di poche ore un primo soggetto: si tratta di un 25enne di San
Bassano, B.M., incensurato. Nella sua casa, perquisita dalla polizia, è
stato ritrovato il giubbotto con il logo del Piacenza Calcio. Di fronte
all’evidenza, il giovane è crollato e ha ammesso le sue colpe. E’ stato
arrestato in quasi flagranza di reato per rapina e lesioni gravi.
Le indagini sono proseguite tutta notte, poi ieri mattina, i poliziotti
hanno bussato ad un’altra casa, quella di un assicuratore di Cremona,
M.G., 37 anni, diversi precedenti specifici e conosciutissimo dalle
forze dell’ordine per essere uno dei più facinorosi della Curva Sud.
Nei suoi confronti è scattata la denuncia a piede libero per i medesimi
reati.
CACCIA AL BRANCO.
Entrambi sono stati identificati dalla vittima che ha fornito
importanti elementi anche per identificare gli altri membri del
“branco”. Le indagini della Polizia infatti sono ancora in corso e
nelle prossime ore almeno altri due soggetti potrebbero essere
rintracciati. Nei confronti di tutti e quattro oltre alle
conseguenze penali, sinevitabile il Daspo, il divieto di partecipare
alle manifestazioni sportive.
(Le indagini nel servizio su "CRONACA" di Bibiana Sudati - Nella foto, la stampa piacentina non minimizza).
Il fattaccio di Crema va alle sue conseguenze penali
Stefano Mansi, il tifoso grigiorosso aggredito da ultras cremonesi: denuncia contro ignoti
Un
occhio ancora tumefatto, prognosi di venti giorni - Non conosce i nomi
degli aggressori, ma ha dichiarato che se gli mostrassero una loro foto
li riconoscerebbe - Probabilmente la partita di ritorno con il Pergo si
giocherà a porte chiuse

Il
fattaccio di Crema va alle inevitabili conseguenze penali. Ecco le
ultime notizie. L'aggredito si è presentato al commissariato di Crema
ed ha presentato formale denuncia. Si tratta di Stefano Mansi, 38 anni,
giornalista pubblicista iscritto all'Ordine, una carriera sui giornali
come competente di musica leggera (ed a questo titolo anche promoter di
eventi musicali in alcuni locali milanesi: ha curato, ad esempio,
l'ufficio stampa della discoteca Toqueville di Milano).
Ha
ancora un occhio tumefatto, ha presentato una prognosi di venti giorni
anche per le escoriazioni in tutto il corpo e le tumefazioni per i
colpi ricevuti selvaggiamente. Temuto il distacco della retina. Ha
dichiarato di non conoscere i nomi dei suoi aggressori, ma che se gli
venissero mostrate delle foto dei sospetti, saprebbe sicuramente
riconoscerli. La denuncia di Stefano Mansi è quindi contro ignoti.
Tocca ora alla polizia fare i suoi accertamenti.
La
vicenda avrà ripercussioni quasi sicure sul campionato della Cremonese.
La partita di ritorno con il Pergocrema, si giocherà quasi sicuramente
a porte chiuse per ovvie ragioni di ordine pubblico.
I fatti in diretta su "Il Vascello" subito dopo l'aggressione
Il
ferito ha descritto un reato: "Sono stato vittima di un feroce
linciaggio, avessero avuto un coltello, ci avrei lasciato la pelle"
Il
tutto come conseguenza di un equivoco. Una pattuglia del tifo
grigiorosso lo aveva scambiato per un fan gialloblu - Diamo in pagina
la notizia della inchiesta che è stata promossa dalla Polizia di Stato.
Ecco l'intero svolgersi della vicenda.
Altro che festa dello sport.
Si è rischiato l’omicidio di un tifoso nel post partita di Pergocrema -
Cremonese. Il Vascello, unico, dà la notizia subito dopo il fattaccio.
Il titolo: “Un ragazzo ferito all’uscita dallo stadio”.
Avremo poi la testimonianza diretta del ferito. Ed è drammatica. Il
ferito era un tifoso grigiorosso ed è stato picchiato da esagitati
cremonesi che lo hanno individuato, per colpa di una sciarpa del
Pergocrema, come sostenitore dell’avversaria cremasca. C’è di più. Il
tifoso poi ferito dall’aggressione dei suoi stessi amici cremonesi, era
in contrasto con un gruppo di tifosi cremaschi che, quando han visto
avanzare minacciosi i tifosi cremonesi, se la sono data a gambe.
La prima notizia è stata raccolta dai nostri inviati al derby ed è riferita dal nostro giornale in questi termini: “Uscendo
dallo stadio abbiamo incrociato un ragazzo ferito e gli agenti delle
forze dell’ordine ci hanno spiegato che era un tifoso grigiorosso
rimasto vittima di un agguato da parte dei cremaschi nelle viuzzie
adiacenti il Voltini. Il ragazzo non ha riportato ferite gravi, ma
certamente l’episodio non rallegra” .
Le successive informazioni aggravano la vicenda di ora in ora.
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La Polizia di Stato aveva già aperto una inchiesta
La
tre giorni con la marcia del gambero del quotidiano degli agrari che
aveva dedicato martedì una pagina per dire che non era successo nulla:
stiamo freschi se il maltifo si combatte così!
Quanto
riferiamo in questa pagine era già oggetto di una inchiesta della
Polizia di Stato. Poi, questo venerdì mattina, la denuncia del diretto
interessato presentata al commissariato di Crema. Subito dopo il fatto,
addirittura in prima istanza negato, l'atteggiamento sembrava quello di
minimizzare. Ma l'evidenza dei fatti ed un reato autentico come
l'aggressione che l'interessato definisce come un vero ed proprio
linciaggio non possono essere scaricati dagli organi dello Stato.
Speriamo
che l'indagine porti a risultati concreti con la dovuta fermezza ed
anche con una apprezzabile velocità. Al fatto hanno infatti assistito
in molti che potrebbero darne la più completa testimonianza e indicare
i responsabili.
Intanto
di fronte all'evidenza del fatto e del provvedimento assunto dalla
polizia si registra anche sul quotidiano locale una marcia indietro che
sarebbe divertente se di mezzo non ci fosse il tifoso malcapitato.
Richiama un episodio famoso nella storia del giornalismo. Il mutamento
dei titoli dei giornali francesi all'avvicinarsi dell'invasore (
giacchè l'invasore venne descrito prima come feroce nemico per
diventare via via che avanzava un fervido alleato).
"LA PROVINCIA"
va all'incontrario rispetto all'episodio famoso, ovvero dal nulla alla
denuncia dell'aggressione del "branco". In tre giorni si esprime con
questa successione di titoli di informazioni e di aggettivi.
• Martedì una intera pagina sull'argomento. Questo il titolo: " Forze
dell'ordine antisommossa, ma vince lo sport - Viale De Gasperi chiuso
al traffico, posti di blocco nei punti considerati a rischio, grande
spiegamento di uomini e mezzi, ma tutto è filato liscio, non c'è stato
bisogno di alcun intervento".
• Mercoledì
il giornale degli agrari corregge il tiro di un pelo, a denti stretti e
cercando di minimizzare, ormai Il Vascello è uscito con la notizia che
smentisce il lecca lecca di martedì. Ecco il titolo di mercoledì: "Derby senza scontri, solo un paio di sberle". "LA PROVINCIA" supporta l'affermazione con: "Nessuno si è fatto male, nessuno le ha prese o date. Ad eccezione di
un piccolo focolaio subito sedato in via Indipendenza... Pare siano
volati un paio di schiaffi tra tifosi della Cremonese che poi se la
sono presa con un tifoso della curva Sud ... il vice questore Daniel Segre cui era affidato il comando dei vari reparti, ha assicurato che non è avvenuto nulla. Abbiamo
controllato anche fuori Crema - ci ha detto ieri al telefono e non ci
sono stati scontri, tutto si è svolto in maniera tranquilla...".
• Giovedì LA PROVINCIA afferma:
" La polizia quella sera raggiunse il piazzale a poca distanza dello
stadio - dopo aver ricevuto la segnalazione di disordini e trovato
l'uomo dolorante. Verrà poi trasferito al pronto soccorso in
autoambulanza. A confermare l'intervento della volante è lo stesso
dirigente del commissariato di polizia Daniel Segre" ". Cioè
il funzionario che secondo LA PROVINCIA martedì aveva detto che non
c'erano stati scontri e tutto si era svolto in maniera tranquilla! E LA PROVINCIA pubblica la lettera del tifoso che denuncia il linciaggio con questo titolo: " Aggredito dal branco dopo la partita" in un incorniciato che occupa tutta la metà pagina, sei colonne in orizzontale!
• Sabato
scoppia una rissa all'Ipercoop tra due giovani. Pare sia spuntato un
coltello. Il giovane colpito finisce all'ospedale ma in serata viene
dimesso. Fatto grave, senza dubbio. E qui LA PROVINCIA
esce con titolo a caratteri cubitali e mezza pagina di testo. Con molte
fotografie. Non si disturba nessun manovratore. Due pesi e due misure.
Purtroppo
bisogna aggiungere un infausto comunicato della Cremonese che elogia i
tifosi grigiorossi nonostante le sia stata appioppata dalla Lega una multa di 2000 euro per il loro comportamento e la NOTIZIA DELLA VIOLENZA con un ferito apparsa su "Il Vascello" SIN DA MARTEDì MATTINA.
Quanto ai blog dell'ultratifo grigiorosso, tacciono completamente sull'episodio perchè gli aggressori sono tra loro.
Se si combatte il tifo violento così, stiamo freschi!
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Il fatto si precisa in una seconda e.mail che giunge a Il Vascello: ” Sarebbe
il caso di correggere l’articolo che proponete sui presunti incidenti
del dopo derby, atteso che il ragazzo effettivamente lievemente ferito,
è stato ferito da tifosi cremonesi che l’hanno scambiato, visto
l’accento milanese, per cremasco...In verità è successo qualcos’altro,
ma nulla di particolarmente significativo, attesa la fuga precipitosa,
ed opportuna, dei temibili “Cannibali” che han pensato di avvicinarsi
al gruppo di grigiorossi che sostava nel parcheggio loro dedicato.
Verificate pure presso altre fonti”. “Nulla di particolarmente
significativo". Davvero? A fare chiarezza ecco giungere al Vascello la
versione dell’episodio in diretta. Ed è quella dello stesso ragazzo
ferito. Si chiama Stefano Mansi, ha 38 anni, è giornalista pubblicita
iscritto all'Ordine.
"Ho rischiato la pelle": il drammatico resoconto del ferito. Ci scrive: “La
partita è appena finita. Vado verso la macchina, parcheggiata in una
via vicino allo stadio, saluto gli amici e mi dirigo verso la macchina.
Con uno di loro, diretto verso Milano come me, ci diamo appuntamento al
Mc Donald’s di Vaiano, sulla Paullese. All’improvviso da un piccola via
di fianco al luogo dove avevo parcheggiato, sbucano una ventina di
tifosi del Pergocrema. Sono giovanissimi, hanno bastoni e alcuni di
loro brandiscono delle grate metalliche. Insieme ai cinque cremonesi
presenti cerchiamo di reagire all’assalto.
Intanto da dietro arrivano altri tifosi grigio rossi .. è un attimo, io
mi giro, arretro cercando aiuto. Uno dei ragazzi che fino a prima
avevano sostenuto come me la Cremonese sugli stessi spalti, mi atterra
con un calcio.
Cerco di reagire, grido che sono cremonese, ma la furia omicida del
branco travolge le mie urla: mi rialzo cerco di andarmene, altri calci
colpiscono alla pancia, cado ancora ricevo, diverse scarpate in testa.
Mi rialzo e una cinghiata con la fibbia mi fregia l’occhio. Inizio a
sanguinare violentemente, altri mi sono addosso, sono più di 20 , mi
rialzo e scappo. Guardo in faccia e dico sono cremonese, e lui mi
risponde :”Non è possibile avevi la sciarpa del Pergocrema".
Intanto i tifosi del Pergocrema, quelli veri, iniziano a scappare, 30
metri dietro di me, il resto è un'ambulanza, una nottata passata
insonne all’ospedale di Crema, escoriazioni sul tutto il corpo.
Sono stato linciato.
Solo per un miracolo i colpi inflitti nel mio corpo non hanno leso
organi vitali, grazie a Dio nessuno dei tifosi era in possesso di armi
da taglio.
Sono stato la preda, inseguito da una violenza collettiva cieca e sorda.
Ho riconosciuto però 2 dei miei aggressori. Farò di tutto per far
pagare le conseguenze delle loro azioni.
Non hanno pestato, hanno cercato di uccidermi.
Stefano Mansi, un cremonese
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( a.l.) - Sin
qui la lettera. Può darsi che il dolore delle contusioni, la
consapevolezza di aver rischiato un occhio o peggio, la valutazione dei
pericolo scampato abbiano accentuato i toni di una descrizione peraltro
precisa in ogni dettaglio, giornalistica. Ma resta il fatto che si è
rischiato davvero il morto. Si sa come degradano quelle che qualcuno
tende a riferire come innocue risse o addirittura come "qualche
sberla". Nei fatti, se accade così e non si dà anche a questo episodio
la rilevanza che merita, hanno via libera altre aggressioni. Tolleranza
zero in questa occasione, dunque. Certo, il tifo cremonese è
esasperato: ha già lasciato un morto davanti a San Siro, Fonghessi di
Castelleone, un altro tifoso ci ha rimesso la milza in un casello di
Soave. Fa bene Mansi a chiedere giustizia. Ammettere il fatto e
procedere con la necessaria severità è l'unico modo di agire.
Aggiungiamo noi: tutto era prevedibile. É incredibile che sia potuta
scatenare la rissa descritta proprio vicino al parcheggio delle auto
grigiorosse. Chi presidiava? ll che giustifica l'atteggiamento di
alcuni ambienti a minimizzare (che figura ci fanno?). Il Vascello si
era battuto perchè la partita non venisse giocata in notturna. Le vie
laterali del Voltini non danno modo alle forze di polizia di agire
davvero con una copertura efficace. Invece si è ceduto alla convenienza
televisiva, al mito del Grande Fratello orwelliano. Non ci si consoli
perchè alla fine Stefano Manzi se l'è cavata alla meno peggio. Quanti
Fonghessi, quanti Sandri ancora ci mancano?
POST SCRIPTUM - Ovviamente, da professionisti, conosciamo la precisa
identità del ferito, abbiamo la conferma sanitaria ed abbiamo anche
raccolto la testimonianza diretta di chi ha assistito al fattaccio.
Nessun dubbio, quindi, su questo ennesimo, grave episodio di violenza
con il pretesto dello sport. Sorprende il silenzio dell'ultratifo che è
certamente a conocenza della vicenda. Speriamo che non preluda ad
azioni di ritorsione o trasversali anche se l'equivoco che ha scatenato
l'aggressione lascia abbastanza solo il malcapitato tifoso della
Cremonese.
Nella foto Gabriele Sandri, tifoso laziale, coinvolto in una rissa in un autogrill, da qui il fuoco di un agente.

Nelle
foto di Mauro Gaimarri le due tifoserie sugli spalti del Voltini. Qui
il confronto è stato acceso ma al di là di qualche petardo e di alcuni
fumogeni, già multati, non è successo nulla di grave. Grida, insulti, incitamenti. Non è, purtroppo, finita così
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