5 gennaio 2009
Taranto, 2008 annata moderna
L'anno appena concluso ci lascia in eredità una lunga serie di
esperienze, viste tutte le situazioni che si sono intrecciate con il
calcio. Dopo aver vissuto con occhi e timpani puntati su quanto
succedeva nelle stanze di Comune, Società, Questura e Prefettura, e non
dimenticando di essere appena usciti da un periodo in cui gli occhi e i
timpani erano puntati su bilanci, "rumors" marchigiani, diatribe tra
avvocati pro o contro la liquidazione della Società e, in ultimo, il
fallimento, i dodici mesi appena trascorsi danno la misura più o meno
fedele di quanto sia diventato difficile essere tifosi di calcio. Il
2008 in sintesi è dato da poche righe che però aprono tanti argomenti
di discussione, perchè tanti sono i soggetti e le situazioni che ormai
interagisono a pieno titolo con la passione sportiva di migliaia di
persone. Il calcio di oggi include sè stesso, + altro, + altro ancora e
così via dicendo fino a trovarsi a discutere nientemeno che della
libertà di espressione garantita dalla Costituzione e calpestata dalle
leggi cosiddette antiviolenza. La relazione fra questi ed altri
argomenti, con la complessità che hanno e la confusione che portano, è
ciò che chiamiamo "calcio moderno" e noi, anche noi, nonostante la
serie cosiddetta minore in cui militiamo, lo stiamo vivendo a pieno.
Il 2008 inizia con l'attesa della stesura della sospirata
calendarizzazione dei lavori per lo stadio, con l'amichevole contro il
Lecce (ingresso gratuito, ma solo 1500 presenze) annunciata prima
ancora di sapere quali sarebbero state le condizioni dello Iacovone, il
nuovo anno inizia portandosi dietro anche gli strascichi di quanto
vissuto nel 2007: l'uccisione di Sandri e tutto quello che ne è
seguito, le polemiche tra Blasi e l'Amministrazione Comunale, le accuse
di politicizzazione di Blasi verso la tifoseria. Di tutto di più.
Iacovone: si discute di project financing e gestione ai privati, quando
arriva la sentenza per Taranto-Massese che decreta le 10 giornate di
chiusura del settore Curva Nord e conferma lo 0-3 a tavolino. Inizia
uno dei peggiori periodi nella storia dei tifosi rossoblu. Gli attori,
tra società e istituzioni, sono a pieno titolo dentro la macchina
organizzativa del calcio ma nessuno è buono a formulare uno straccio di
soluzione sulla sentenza della giustizia sportiva, che chiude il
settore della Nord ma non si esprime sugli spettatori regolarmente
abbonati e quindi aventi diritto ad assistere alle partite, sentenza
che se aggiunta al problema della capienza ridotta dello stadio diventa
un mix micidiale. La società fà di testa sua come sempre e mette in
vendita regolari tagliandi. Nessuna prelazione agli abbonati che
rimangono a secco ma pretendono di entrare. Taranto-Arezzo porta in
dono tante brutte figure e soprattutto diffide (due, tre, cinque anni!)
a grappoli. Piove sul bagnato e tutto si complica. I media nazionali si
sbizzarriscono sugli incidenti nel calcio e per un attimo si accorgono
di quanto sia dannosa la commistione fra politica e calcio (criticata e
demonizzata, ma il dito è puntato, come al solito, solo sulle
tifoserie...). Inizia il calvario delle trasferte vietate e delle
partite a porte chiuse in casa, questo nonostante la tecnologia ed
internet in particolare (youtube) vada in soccorso ai tifosi nel
dimostrare che durante Taranto-Arezzo non ci furono sfondamenti nè
scontri. I primi due mesi passano così, molto amari. Passa il
trentennale dalla morte di Iacovone con un sonoro 4-0 ai danni della
Salernitana. Unica nota positiva di quest'inizio dell'anno. Due mesi da
dimenticare. I successivi non saranno tanto migliori. A San Valentino, una poesia si prefigge di riassumere storia recente e stati d'animo.
La trasferta clandestina dei Supporters, in quel di Pescara, dimostra
quanto sia pericoloso imporre trasferte vietate e quindi clandestine,
senza servizi d'ordine nè controlli e con ospiti e locali a stretto
contatto, ma non si muove foglia. Nessuno recepisce. Continueranno a
vietarle anche in seguito e iniziando subito con Castellammare di
Stabia. Lo stadio sempre a porte chiuse. Comune e società provano a
dialogare ma proprio non ci riescono. Spalluto tira in ballo
l'Osservatorio. La società dichiara tot. abbonati di curva e quindi
tot. posti disponibili. La Questura la pensa diversamente. La Lega
sperimenta un'idea geniale per mortificare ancor di più la passione dei
tifosi, per cui Lucchese-Potenza si gioca il sabato a mezzogiorno. Di
male in peggio.
Riapre finalmente lo Iacovone e i rossoblu si impongono per 2-0 sulla
Lucchese. La squalifica è finita, ma non le norme cosiddette
antiviolenza. Lo striscione lucchese in memoria di Sara non entra allo
Iacovone: non è al sostegno. Nel frattempo il Taranto risale la
classifica risveglia l'interesse. Spuntano bandiere rossoblu ai
balconi. Blasi solidarizza con Basile, nr.1 del basket rossoblu, poi
torna al calcio e scrive ai tifosi auspicando unità: "Insieme possiamo
vincere". 800 al seguito in quel di Crotone (0-0). 3-0 sulla
Sangiovannese: siamo ai play-off ma perdiamo il secondo posto in quel
di Ancona. Molti campi della C1 sono a capienza ridotta come lo
Iacovone. Superiamo l'ostacolo Crotone e per la finale contro l'Ancona
spunta l'ipotesi Roma campo neutro,
subito bocciata dalla società. File notturne per accaparrarsi i
biglietti per le finali. Blasi torna a tuonare contro la giunta
comunale. Fanno capolino le pubblicità elettorali con il "presidente
Luigi Blasi" accanto al leader dell'Udc, Casini.
0-0 in casa contro l'Ancona. Finale al Del Conero con 1300 rossoblu al
seguito, ma i marchigiani sono più forti ed attrezzati e passano per
2-1. Il Taranto accorcia le distanze troppo tardi e sfuma il sogno.
Ennesima maledizione, arrivederci serie B.
Silenzio del presidente, ufficialmente ancora dimissionario. Il Comune approva il bilancio 2008
e con esso i fondi stanziati per la messa a norma dello Iacovone. Manca
la convenzione con la società per il suo utilizzo, altra telenovela
estiva tra il mercato che non decolla e i contatti con ipotetici
acquirenti (sfuma, e in malo modo, la trattativa con Graniglia). Si
torna sulla terra, gli uni contro gli altri e tutti contro tutti.
Inizia luglio. C'è la nuova calendarizzazione, c'è l'iscrizione, c'è il
solito battibecco tra Comune e società (ci sarebbero degli arretrati e il sindaco minaccia di fare causa), c'è anche il solito Blasi senza ritorno.
Smaltite le fantasie modenesi, il presidente apre, con un comunicato,
alla stagione calcistica 2008/09. Mistero sulla sede. C'è, non c'è, c'è
sempre stata ma non dove pensavamo noi. Corso Italia, stadio, Manduria.
Nuova stagione, nuove preoccupazioni, nuove parole d'ordine: austerità.
Taranto in ritiro, pochissimi al seguito e dura contestazione contro la
società austera e precaria. Il giornalista del Corriere del Giorno,
Fulvio Paglialunga, denuncia un'aggressione ai suoi danni da parte di
Blasi. Solidarietà incondizionata dalla stampa, che fa quadrato intorno
al giornalista. Blasi dal canto suo smentisce e minaccia querele. E'
guerra aperta da tutti i punti di vista. Dura botta e risposta di
comunicati tra la Taranto Sport e Studio 100. La società grida al
complotto mediatico. Si parla sempre meno di calcio e questo pessimo
inizio è coerente con quanto succederà in seguito e fino alla fine
dell'anno. Le commissioni di vigilanza non danno l'ok per l'apertura
dello Iacovone. I lavori di messa a norma (apertura prevista per fine
Ottobre) sono finanziati e calendarizzati ma non è abbastanza. Lo
stadio rimane chiuso. Aperta solo la tribuna, per pochi fortunati.
Spunta la grana sul numero degli stewards, obbligatori per legge, da
impiegare non appena si avrà la riapertura a tutti i tifosi. Altra
guerra sui numeri.
Lo stadio rimane chiuso al pubblico e si va anche oltre il limite
fissato per il completamento dei lavori. Manca sempre qualcosa, tra
stewards, tornelli e dettagli vari. Vietate anche numerose trasferte,
complici precedenti e rivalità con tifoserie avversarie. Mentre il
rapporto tra dirigenza e calciatori pian piano si sfalda, allo Iacovone
una durissima contestazione ricorda al presidente che a Taranto non è
più gradito.
Il 2008 termina così come era iniziato. Stadio interdetto e trasferte
vietate. Gli scontri verbali tra i primi attori (Comune e società) di
questa estenuante vicenda si smorzano, i toni si fanno più pacati e
meno pungenti. Le contrapposizioni politiche perdono visibilità ma
niente migliora, prende il sopravvento la burocrazia degli incartamenti
e delle contrapposizioni su numero di stewards, tornelli, barriere di
protezione, palmari-si palmari-no. Le trasferte continuano ad essere
vietate e i tifosi continuano ad essere oggetto di ingiustizie nel nome
della sicurezza.
Addio al 2008, non se ne sentirà la mancanza. | fonte: tarantosupporters.com
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